LA PREGHIERA
«La vera preghiera non è nella voce ma nel cuore» (Sant’Agostino)
Ed è lì che dobbiamo cercarla.
La preghiera è un profondo “rapporto” tra noi e Dio.
Un rapporto di conoscenza e di amore
La preghiera «è un guardare Dio, amandolo» diceva Charles de Foucauld, e se i primi approcci non ci sono facili, ricordiamoci le parole di S. Alfonso: «Dio vuole essere conquistato dal coraggio di importunarlo». In questo «intimo rapporto di amicizia, nel quale ci si trattiene spesso, da solo a solo, con Colui dal quale sappiamo di essere amati» la grande S. Teresa, vera maestra di preghiera, ci suggerisce di parlare con Lui «come con un padre o un fratello … o uno sposo», insomma, di vivere con lui un incontro che «non consiste nel molto pensare ma nel molto amare»
Un rapporto di unione e di trasformazione
Questo rapporto d’amore slancia l’anima verso Dio, dandole l’intenso desiderio di un’unione sempre più stretta, che gradatamente conforma tutta la vita a Cristo. Ecco perché la solidità della fede, la forza della speranza, l’intensità dell’amore dipendono dal livello della nostra preghiera. S. Teresa di Calcutta un giorno disse a un seminarista: «Figlio mio, senza Dio siamo troppo poveri per poter aiutare i poveri! Ricordati: io sono soltanto una povera donna che prega; pregando, Dio mi mette il suo Amore nel cuore e così posso amare i poveri. Pregando!». È vero, diventiamo ciò che preghiamo. Solo la preghiera converte e santifica noi e gli altri.
Un rapporto di vita ricevuta e donata
La preghiera è Vita e diventa vita. Gandhi lo ha espresso chiaramente: «Io non sono un uomo di lettere o di scienza. Io pretendo umilmente di essere un uomo di preghiera. È la preghiera che ha salvato la mia vita. Senza la preghiera, da molto tempo avrei perso la ragione. Se non ho perduto la pace dell’anima, nonostante tutte le prove, è perché questa pace viene dalla preghiera. Si può vivere qualche giorno senza mangiare, ma non senza pregare … Ecco la mia testimonianza personale: chiunque ne faccia l’esperienza vedrà che la preghiera quotidiana aggiunge qualche cosa di nuovo alla sua vita, qualche cosa che non ha un equivalente in null’altro».
Un rapporto di dialogo personale e comunitario
Se ci si ama, non si può fare a meno di dialogare con la persona amata. E come il cuore ha due battiti, insostituibili ognuno e inseparabili entrambi, così la preghiera ha due voci in perenne contatto e in reciproca alimentazione:
- la preghiera personale che ci pone in colloquio personale, intimo e profondo col Padre amato assieme al Figlio Risorto nel loro Spirito d’Amore (Gesù stesso ce ne raccomandò la necessità: «Quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà» Mt. 6,6, e lo testimoniò andando spesso a pregare da solo).
- La preghiera comunitaria che è l’esperienza tangibile del Risorto vivo e presente tra noi, del Suo Spirito che ci rende “un cuore solo e un’anima sola” e che continua a intercedere il Padre per tutti noi. (Il Padre nostro, insegnato da Gesù al plurale, ci apre le porte ad essere pienamente esauditi: «Se due di voi sulla terra si accorderanno per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o più riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» Mt. 18,19-20)
La preghiera personale e la preghiera comunitaria, sono i due polmoni della nostra anima che in noi fanno respirare la Fede, danno ali alla Speranza e mani operose alla Carità.